Le pagelle del Tour: i sufficienti
Le nostre pagelle continuano con le squadre che hanno raggiunto la sufficienza.
- Rabobank – Voto 6.5
Tour irto di ostacoli per il team olandese che fin dall’inizio vede sfumare gli obiettivi di classifica di Robert Gesink. Una serie di cadute frenano il capitano olandese che dopo una sola settimana ha già un sensibile ritardo sugli avversari e le varie contusioni non agevolano certo il suo proseguo della corsa. L’unica vittoria arriva con lo spagnolo Luis Leon Sanchez nella tappa con arrivo a Saint Flour, mentre Bauke Mollema colleziona un secondo posto sull’arrivo di Pinerolo.
- Movistar Team – Voto 6.5
La squadra spagnola si presenta al via senza grandi ambizioni di classifica. A sollevare le sorti del team la bella vittoria di Rui Alberto Faria da Costa a Super Besse. Stecca invece il velocista José Joaquin Rojas che colleziona tanti piazzamenti, ma nessun successo e si fa notare soprattutto per le polemiche con Cavendish e Petacchi. Un applauso merita invece José Ivan Gutierrez per i tanti chilometri in fuga, che però non lo hanno premiato.
- AG2R – La Mondiale – Voto 6.5
Il sorprendente decimo posto in classifica generale di Jean Christophe Peraud premia il team transalpino che alla vigilia puntava più sull’irlandese Nicolas Roche, reduce dalla bella prova dello scorso anno. Buoni anche i piazzamenti in volata dello sprinter Sebastien Hinault.
- FDJ – Voto 6.5
Tattica di gara simile a quello della Vacansoleil, con uno o due atleti presenti in ogni fuga di giornata e ben sappiamo quanto sia difficile entrare nell’attacco giusto. Da sottolineare la prestazione di Jérémy Roy, sfortunato nella tappa di Lourdes dove ottiene solo un terzo posto dopo aver condotto solitario al comando fino ad un chilometro dalla conclusione. Il giovane francese, comunque, vince il premio finale della combattività. Buone anche le prove di Sandy Casar, terzo nelle tappe di Saint Flour e Pinerolo, e Mikael Delage, eletto il più combattivo in ben due frazione.
- Lampre – ISD – Voto 6.5
Due gli uomini di punta per il team blu – fucsia, Alessandro Petacchi per gli sprinter e Damiano Cunego per le vittorie di tappa e perché no anche per la classifica. Lo spezzino maglia verde del 2010 non riesce a ripetere le prestazioni dello scorso anno e colleziona un secondo posto nell’ottava tappa dietro a Cavendish ed un terzo sul traguardo di Montpellier. Sorprende invece la prova del veronese, che chiude al settimo posto della generale, dimostrando di aver ritrovato lo smalto dei tempi migliori in salita, quando ormai la sua carriera sembrava concentrarsi sulle corse in linea. Una menzione particolare merita Adriano Malori. Il campione italiano della cronometro è stato protagonista in un paio di fughe da lontano, che gli hanno permesso di salire sul podio per ritirare il premio della combattività ed di indossare per un giorno il numero rosso.
- Saur – Sojasun – Voto 6+
Troppo modesto il livello della piccola squadra francese per poter reggere il confronto con gli agguerriti Pro Team presenti nella corsa a tappe più importante. Giungere con l’organico al completo a Parigi è comunque una nota di merito per gli atleti della Saur – Sojasun così come il decimo posto di Jimmy Engoulvent sui Campi Elisi ed a Rendon ed il quattordicesimo posto nella generale di Jérôme Coppel. In evidenza anche Anthony Delaplace (fra i più combattvi) e Jonathan Hivert (nono a Pinerolo).
- Liquigas – Cannondale – Voto 6+
Per la squadra italiana l’unico obiettivo era aiutare Ivan Basso a raggiungere il podio della Grande Boucle. Il varesino riesce a superare senza intoppi la prima settimana, impresa non certo facile visto il nervosismo che serpeggia in gruppo ed il maltempo che ostacola la marcia dei corridori. Unica nota stonata la prova nella cronosquadre dove vengono persi più secondi del previsto. Il vincitore del Giro 2010, riesce a tenere la ruota dei migliori nelle tappe pirenaiche risalendo diverse posizioni in classifica generale ma la discesa, il suo tallone d’Achille, lo costringe ad inseguire sia nella tappa di Gap che a Pinerolo ed anche sulle salite alpine del Galibier e dell’Alpe d’Huez non riesce a fare la differenza, chiudendo il Tour all’ottavo posto, che non può certo soddisfarlo. Nella squadra verde – blu ottima la prova di Daniel Oss. Il giovane trentino si scopre velocista e inizia a battagliare con i più quotati sprinter collezionando alcuni buoni risultati, fra i quali anche un sesto posto a Parigi. Un meritato applauso va in generale alla squadra che termina la prova con tutti i suoi effettivi.
- Saxo Bank – Sungard – Voto 6
Fin dalle prime battute si capisce che sarà un Tour tutto in salita per Alberto Contador, il dominatore indiscusso delle gare a tappe degli ultimi anni. I fischi della presentazione sorprendono ed infastidiscono più del previsto il vincitore dell’edizione 2010. Le cadute, le forature, i secondi persi innervosiscono ancora più il campione spagnolo consapevole che la sua forma non è la stessa del Giro d’Italia. Le salite pirenaiche confermano questa tendenza, mai infatti avevamo visto il madrileno staccarsi dalla ruota degli avversari in salita. Si vocifera anche di un suo possibile ritiro per un dolore al ginocchio, ma quando meno te lo aspetti ecco ricomparire il vero Contador. Con una serie di attacchi in discesa guadagna qualche secondo in classifica, sia Gap che a Pinerolo, ma è proprio nelle tappe di montagna che non riesce a fare la differenza nonostante l’impegno profuso. Salire sul podio per ritirare il premio della combattività all’Alpe d’Huez, suona un po’ come una beffa per un fuoriclasse come lui abituato a ben altri successi. Il quinto posto finale non può che essere visto come un fallimento, ma ci restituisce un Contador più umano, che può steccare qualche obiettivo.
- Quick step – Voto 6-
La sofferenza di Tom Boonen dopo l’ennesima caduta e la tenacia con cui il campione belga cerca di terminare la tappa e di proseguire anche nei giorni successivi prima di alzare definitivamente bandiera bianca, sono l’emblema del Tour tutto in salita della squadra belga. A tutto questo si devono aggiungere anche le disavventure di Sylvain Chavanel, che hanno impedito al campione nazionale francese di onorare la maglia con buone prestazioni. Le cadute hanno condizionato anche il suo rendimento e, dopo aver stretto i denti evitando di abbandonare la corsa, si è messo in luce con fughe da lontano che però non hanno portato i risultati sperati. In ombra anche l’altro francese Jerome Pineau – colpito da un lutto familiare (ha perso uno zio che faceva parte dell’organizzazione del Tour) proprio nelle ultime tappe – ed il velocista tedesco Gerald Ciolek. Fra i più combattivi, invece, l’olandese Niki Terpstra.