Fra pochi giorni il Giro d’Italia n. 100 prenderà il via e mentre in questi giorni si rievocano le gesta dei tanti campioni che hanno fatto la storia della Corsa Rosa, noi vogliamo ricordare uno dei protagonisti del ciclismo degli anni ’80 che il gradino più alto del podio lo ha sfiorato in due occasioni. Stiamo parlando di Gianbattista Baronchelli, il ciclista lombardo che nell’anno del suo esordio al professionismo, il 1974, sfiorò l’impresa e stupì tutti con un secondo posto al Giro dietro ad uno dei miti del ciclismo di tutti i tempi, Eddy Merckx, per soli 12” di distacco.
Nel 1978 fu invece un altro belga, Johan De Muynck, a privarlo di quel successo che resta il maggior rammarico di una carriera comunque ricca di prestigiose vittorie. Un ciclista riservato, che mette la famiglia al centro della sua vita e che ci racconta un po’ dei suoi anni in sella ad una bici e non solo.
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Ormai prossimi al debutto del calendario italiano vogliamo scambiare qualche battuta con il simpatico corridore bresciano classe 1971, Nicola Loda. Un gregario con “G” maiscuola, che si è fatto apprezzare dai tanti campioni che, grazie al suo lavoro, hanno potuto conquistare importanti risultati, ma che ha saputo anche ritagliarsi qualche gioia personale. Appesa la bici al chiodo si è potuto dedicare all’altra sua grande passione sulle due ruote: il motocross.
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Una grave malattia in giovane età può segnarti per tutta la vita, ma per Fabrizio Macchi è stata l’occasione per crescere ancora più velocemente e per superare con forza e volontà tutti gli ostacoli che gli si sono presentati. Il campione varesino, classe 1970, ha saputo infatti ritagliarsi un ruolo da protagonista nello sport e nel ciclismo in particolare, cogliendo tanti successi a livello mondiale che ne hanno fatto una delle bandiere anche nella lotta per le pari opportunità dei disabili. A quarantacinque anni ha detto basta anche per dedicarsi alla sua famiglia, ma cerchiamo di conoscerlo meglio, di capire come ha superato le difficoltà e cosa si aspetta dal proprio futuro.
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Molti lo ricorderanno per il Mondiale vinto ad Hamilton nel 2003, ma Igor Astarloa nel ciclismo non ha lasciato solo quel segno. Nonostante la nazionalità spagnola, l’ex corridore basco è stato adottato dall’Italia in giovane età e nel nostro paese ha raggiunto traguardi importanti. Andiamo a scoprire qualcosa in più dell’Igor ciclista e della sua nuova vita giù dalla bici.
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Gianni Moscon, trentino classe 1994 è uno dei giovani più promettenti del ciclismo italiano. Nel 2015, con la maglia della Zalf , si impone nella prova nazionale in linea U23 ed indossa la maglia tricolore. Nello stesso anno conquista altri otto successi ed un secondo posto nel Giro delle Fiandre U23, sfortunato invece nella prova mondiale di Richmond, dove solo un incidente lo frena a pochi chilometri dal traguardo. In questa stagione vestirà la maglia di una delle squadre World Tour più prestigiose, il team Sky, con la quale spera di fare esperienza al fianco di campioni affermati e magari regalare ai suoi tifosi qualche emozione. Prosegui la lettura 'Ieri, oggi, domani: Gianni Moscon si racconta!'»
Tale padre, tale figlio. In questo detto popolare si può rinchiudere la famiglia Boglia, una generazione di differenza ma una passione comune: le due ruote. Massimo, classe 1982, con il sogno fin da piccolo di diventare un corridore. Un desiderio che ha avuto la fortuna di realizzare, ma che ha dovuto abbandonare dopo poco tempo per un problema di salute. Mario, classe 1951, rinomato pistard alla fine degli anni ’60 e adesso proprietario di un negozio di biciclette nel milanese, dove lavora anche il figlio. Sentiamo cosa ci racconta ognuno di loro partendo da Massimo, il più giovane.
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Tra coloro che hanno scritto la storia del ciclismo italiano degli ultimi trent’anni c’è sicuramente Maurizio Fondriest. Un palmares con i baffi il suo, dove spiccano le due perle più belle della sua carriera, il Mondiale di Renaix 1988 a soli 23 anni e la Milano – Sanremo del 1993, conquistata grazie ad una fantastica ascesa del Poggio che gli permise di arrivare da solo sul lungomare ligure.
Conclusa la fase agonistica, il trentino ha deciso di continuare a rimanere legato al mondo delle due ruote, fondando quasi 10 anni fa una delle aziende di biciclette da corsa più rinomate a livello mondiale, che ci permette di continuare a vedere il nome Fondriest in gruppo.
Lo abbiamo interpellato per farci raccontare meglio questa grande passione che da sempre caratterizza la sua vita.
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Dopo Giuseppe Guerini vogliamo conoscere meglio un altro dei protagonisti del ciclismo degli ultimi anni, lo specialista italiano delle prove contro il tempo Marco Pinotti. L’ingegnere bergamasco ha lasciato l’attività agonistica nel 2013, dopo quattordici anni di professionismo chiudendo con una delle classiche più prestigiose del calendario italiano, il Giro di Lombardia. Campione nazionale a cronometro per ben sei volte, nel suo palmares spiccano anche due prestigiose affermazioni al Giro d’Italia nel 2008 e nel 2012. Nel 2011 indossa anche la maglia rosa transitando per primo sul traguardo di Torino al termine della cronosquadre inaugurale, maglia che aveva già indossato per quattro giorni nel 2007. Attualmente collabora con la BMC allenando i giovani cronomen e proprio sotto la sua guida l’australiano Rohan Dennis (la prima maglia gialla del Tour 2015), ha battuto il record dell’ora nel mese di febbraio.
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Camaiore (Lucca)- E’ il giovane neoprofessionista Johan Esteban Chavez Rubio (Colombia – Coldeportes) il vincitore dell’edizione 2012 del GP Città di Camaiore. Il ventiduenne di Bogotà regola in uno sprint a tre il russo Sergei Chernetcki (Itera – Katusha) e il Campione Italiano Franco Pellizotti (Androni Giocattoli), il più attivo nell’ascesa finale, e conquista la sua seconda vittoria nella massima categoria dopo il successo ottenuto, solo pochi giorni fa, nell’ultima frazione della Vuelta a Burgos.
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Assisi – In questi giorni aveva fatto vedere che era pronto a sparare la cartuccia giusta. Così Joaquin Rodriguez ha usato le strade di Assisi per sferzare uno dei suoi compi proibiti e lanciarsi verso un doppio successo: la vittoria di tappa e la conquista della maglia rosa. Sfruttando perfettamente la scia di Tom Slagter, Purito ha messo in riga tutti gli avversari con uno dei suoi caratteristici scatti, riuscendo a tagliare il traguardo alzando le braccia al cielo. Secondo posto per un sorprendente Bartosz Huzarski (Team NetApp), che precede di un soffio il campione italiano Giovanni Visconti. Nessun cambiamento significativo per gli uomini di classifica generale che raggiungono la città francescana 6” dopo il nuovo leader.
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