Cento anni di Pirenei, cento anni di Aubisque. Arrivo a Pau, tappa storica del Tour. E i primi due della classifica a otto secondi uno dall’altro. Che volete di più per infiammare una delle ultime tappe del Tour de France?
Eppure ci sono riusciti: calma piatta. Come gli ultimi sessanta chilometri di questa tappa che, sì, aveva quattro salite pirenaiche nell’altimetria, ma tutte lontane dall’arrivo.
E i propositi battaglieri di Schleck sono finiti così, in una marcatura su Contador come se la maglia gialla fosse ancora sua. Come se fosse il lussemburghese quello forte a cronometro. E lo spagnolo, ovviamente, se n’è guardato bene dall’attaccare, ben coccolato dai suoi compagni di squadra.
Per trovare le emozioni (parola forte, in effetti, per definire i sentimenti di oggi) bisogna vedere l’altra corsa. Quella dell’ormai classica fuga.
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Gli organizzatori avevano piazzato una tappa pirenaica, delle più importanti di questo Tour de France, proprio di domenica, per poter avere il massimo del pubblico di fronte ad uno spettacolo che si preannunciava esaltante. Spettacolo, in effetti, c’è stato. A cominciare dal vincitore di tappa, il francese
Christophe Riblon della
Ag2r – La Mondiale che è arrivato primo al traguardo al termine di una fuga lunghissima. Dietro di lui si sono piazzati
Denis Menchov e
Samuel Sanchez, rispettivamente quarto e terzo della classifica generale. E i primi due?
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Un arrivo in salita duro, dopo una tappa tutt’altro che facile, ha portato ancora ad un confronto tra Schleck e Contador.
Ma nel finale della tappa in fuga da solo era rimasto Vinokourov, compagno di squadra di Contador nell’Astana. E il kazako a quel punto, un pensierino alla tappa lo stava facendo.
Nel tratto più duro dell’ultima salita Contador ha evidentemente intuito un momento di difficoltà della maglia gialla e ne ha approfittato per scattare. Schleck, la maglia gialla, ha risposto allo scatto dello spagnolo ma ha dovuto lasciarlo andare quasi subito. A ruota di Contador si è piazzato un altro spagnolo: Rodriguez, scattato poco prima, e insieme hanno raggiunto Vinokourov, ultimo rimasto della fuga partita a 118 chilometri dall’arrivo.
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L'altimetria della corsa (cliccare per ingrandire)
È stata presentata con un mese esatto di anticipo la novantesima edizione della Tre Valli Varesine. Si svolgerà, infatti, il prossimo 17 agosto lungo un percorso che porterà i corridori da Campione d’Italia a Varese. La corsa, presentata a villa Recalcati, a Varese, vedrà quest’anno un arrivo insolito a Varese: in salita. Il percorso prevede circa duecento chilometri (199,630 per l’esettezza) tutt’altro che facili. Gli ultimi 68 si svolgeranno nel circuito cittadino da ripetere per sette volte.
Altre informazioni sulla corsa si potranno trovare presto sul sito ufficiale: www.3vallivaresine.com
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Paolo Dal Lago e Roberto Amadio alla conferenza stampa. © Guido Rubino
Liquigas rinnova per due anni la collaborazione con il ciclismo. Lo ha annunciato direttamente il dott. Paolo Dal Lago, presidente della Liquigas nella conferenza stampa allestita a Brescia, dove ha fatto tappa il Giro d’Italia.
La notizia è stata accompagnata anche dall’annuncio del rinnovo del contratto per il team dalle maglie verdi anche per Nibali e Basso i due corridori che stanno molto ben figurando nella Corsa Rosa di questi giorni.
«La decisione di rinnovare il contratto per due anni è stata presa a prescindere dall’ottimo risultato agonistico che stanno ottenendo i due atleti – ha dichiarato il dott. Dal Lago affiancato dal team manager Roberto Amadio – ma, ovviamente, questo Giro ci sta dando delle ottime conferme circa il nostro investimento».
Dal Lago ha anche espresso un giudizio piuttosto duro nei confronti dell’UCI che non si sta comportando in maniera molto corretta nel gestire il problema del doping e, probabilmente, è più attenta ad allargare i confini del ciclismo mondiale anche a costo di sacrificare corse che hanno fatto la storia di questo sport. La concomitanza di alcune corse è indicativa in questo senso.
- Siete pronti ad uno scontro diretto con i vertici UCI? È stato chiesto a Dal Lago. Ecco la risposta:
«Noi siamo “solo” uno sponsor – ha spiegato il presidente di Liquigas – ma, in quanto investitori importanti, soprattutto in questo momento, abbiamo certamente intenzione di difendere il nostro investimento».
L’ha cercata, è scattato più volte, ha ripreso Vinokourov, è stato raggiunto da Cunego, ha lanciato la volata cercando di guadagnare più secondi possibili per risalire in classifica ed alla fine, Cadel Evans, ha anche alzato le braccia. Dietro non è rimasto più nessuno ed è passato sul traguardo di Montalcino da solo accarezzando la maglia iridata sporca di fango.
Sì, perché è stato proprio il fango l’altro protagonista di giornata (non a caso ha vinto un due volte campione del mondo della mountain bike). E non è mancato neppure Vinokourov che ha riconquistato la maglia rosa dopo che Nibali è caduto, assieme a Basso e Scarponi, poco prima del primo tratto in sterrato. Qualcuno criticherà lo scatto del kazako proprio quando è caduto Nibali, ma il ciclismo è anche così e forse il risultato della maglia rosa non sarebbe cambiato poi tanto.